Helen Shelton - Prima linea - freebook - 0210 by ENTERPRIZE

Helen Shelton - Prima linea - freebook - 0210 by ENTERPRIZE

autore:ENTERPRIZE [ENTERPRIZE]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-10-22T21:23:28.954000+00:00


Nei giorni che seguirono, la situazione fu tranquilla. Tessa vide James meno del solito perché erano entrambi molto occupati, e comunque non accennarono più alla conversazione che avevano avuto nel suo ufficio.

L’operazione all’ittero di Fazal ebbe buon esito e l’uomo si riprese; e Ali, il bambino affetto da leishmaniosi, aveva iniziato la sua cura di iniezioni. Nonostante di notte si udissero spesso degli spari e la BBC avesse accennato ad alcuni movimenti di truppe intorno alla capitale, non ebbero nuovi ricoveri. Poi, la notte del giovedì, Tessa fu svegliata da una serie di spari. Poco dopo Mohammed bussò alla sua porta gridandole di svegliarsi immediatamente.

«Che succede?» gli chiese lei aprendo.

«Ci sono stati degli incidenti. Delle cannonate sono state sparate in città. Vieni, presto!»

Lei corse in ospedale in pigiama. I reparti erano in pieno caos. Helena stava praticando l’antitetanica a dei feriti, altri individui erano già sotto flebo e James, con il camice da chirurgo indosso, la superò correndo con un bambino pieno di sangue in braccio. «Rottura dell’arteria» le gridò passando. «Vado in sala operatoria.» Helena poi le indicò un uomo su una lettiga e disse: «Ha una brutta ferita all’addome. Dovresti operarlo tu. Non c’è assolutamente tempo di aspettare che James abbia finito con il bambino».

L’ospedale aveva due sale operatorie comunicanti, che utilizzavano la stessa saletta per le procedure di disinfezione. Tessa portò subito il suo paziente, che aveva una perforazione da scheggia di mortaio all’addome, nella sala libera.

Come tutto fu pronto, si accorse che avrebbe dovuto asportargli la milza, ormai del tutto spappolata, ed ebbe un attimo di sgomento. «Di’ a James di fare un salto qui non appena può» ordinò a Helena. «E procurati tutto il plasma che riesci a trovare.»

Era in pieno intervento, quando lui entrò un attimo e le chiese come andava. «Me la sto cavando» rispose lei senza sollevare gli occhi.

«Ci aspetta un’altra decina di casi urgenti. Ci vediamo più tardi.»

Finito l’intervento, Tessa si disinfettò, si cambiò, bevve in fretta un caffè e poi rientrò in sala per un’altra operazione.

Ne eseguì quattro, una dopo l’altra. I pazienti erano stati tutti colpiti alle gambe, e il quarto aveva il ginocchio spappolato e un braccio in pessime condizioni.

Fece chiamare James per avere un parere. «Devi amputare subito sopra il ginocchio» le indicò. «Te la senti?»

Lei annuì. Si sentiva stanchissima, ma James doveva essere esausto. Aveva operato un numero doppio di pazienti, nel frattempo.

«Okay» disse ad Axel, che faceva la spola tra le due sale. «Inizia pure con l’anestesia.»

Finirono di operare verso mezzogiorno. Poi lei, Axel, Mohammed e James fecero il giro dei pazienti appena operati discutendo insieme le terapie da seguire per ciascuno di loro. Avevano avuto ventidue ricoveri, durante la notte, e avevano eseguito diciotto interventi. Gli altri quattro pazienti erano due bambini con delle ferite minori alle gambe che non avevano avuto bisogno di essere operati, e poi c’erano due adulti con delle fratture che erano stati ingessati da Mohammed.

Mohammed li informò che durante l’attacco erano morte dodici persone e che dovevano aspettarsi altri guai.



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